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Tumore alla Vescica: Sintomi, Diagnosi e Trattamenti - Dottor Roberto Castellucci

Che cosa è il tumore alla vescica?

La vescica è un organo impari che ha lo scopo di raccogliere l’urina prodotta dai reni ed eliminarla all’esterno tramite l’uretra. Il tumore della vescica rappresenta una trasformazione delle normali cellule da benigne a maligne, è il secondo tumore urologico più frequentemente diagnosticato nella popolazione mondiale, l’undicesimo in generale, ed ha una maggiore incidenza negli uomini. Alla diagnosi circa il 75% dei pazienti si presenta con una malattia confinata all’organo.

Quali sono le cause del tumore alla vescica?

Esistono diverse cause che possono portare ad una maggiore insorgenza di tumore della vescica.

Al primo posto troviamo il fumo di sigaretta, responsabile di circa il 50% dei casi, che contiene amine aromatiche e idrocarburi policiclici aromatici che vengono escreti per via renale.

Al secondo posto troviamo l’esposizione occupazionale alle ammine aromatiche, agli idrocarburi policidici aromatici e corinati (utilizzati per produrre vernici, tinture, metalli e prodotti petroliferi).

Anche se ad oggi non sono state dimostrate variazioni genetiche legate al tumore della vescica, la predisposizione genetica può ricoprire un ruolo importante nella incidenza dello sviluppo di tale malattia.

Le infezioni da parassiti ed esposizione a radiazioni possono essere altre cause di sviluppo del tumore della vescica.

Quali sono i sintomi del tumore alla vescica?

E’ molto importante diagnosticare precocemente questa malattia. Il sintomo principale è sicuramente l’ematuria indolore, ovvero la presenza di sangue nelle urine che può anche non essere visibile ad occhio nudo. Il secondo sintomo maggiormente presente è il disturbo della minzione (urgenza minzionale, bruciore, necessità di urinare spesso durante la giornata) soprattutto in fase di riempimento vescicale.

Come può essere individuato il tumore alla vescica? (Come viene diagnosticato)

La diagnosi precoce di questa patologia è molto importante per quello che riguarda l’approccio terapeutico successivo.

L’esame principale e non invasivo è rappresentato dall’ecografia addome che permette di diagnosticare eventuali formazioni endoluminali vescicali, idronefrosi e masse renali. Tale esame è veloce e di facile esecuzione tuttavia non può sostituire la TC (Tomografia Computerizzata) con fase urografica nell’identificazione di neoplasia vescicale o delle alte vie urinarie.

L’uro TC è usata per diagnosticare tumori del tratto urinario visibili come difetti di riempimento o dalla presenza di masse.

L’esame citologico delle urine può essere molto utile nel diagnosticare neoplasie delle vie urinarie con alta sensibilità nell’identificazione nei tumori di alto grado, G3 o CIS (Carcinoma in situ).

Tuttavia la diagnosi definitiva di tumore della vescica può essere fatto con la Cistoscopia con successiva valutazione istologica del tessuto prelevato tramite biopsia o resezione di tessuto vescicale (TURB).

La Cistoscopia presso il nostro centro viene effettuata in regime ambulatoriale con strumenti flessibili o rigidi previa applicazione di un gel lubrificante/anestetico intrauretrale.

Come si può curare il tumore alla vescica?

Il tumore della vescica, a secondo del grado di coinvolgimento dell’organo e degli organi circonstanti, delle comorbidità del paziente e della tipologia del tumore può essere trattato in diversi modi. Il trattamento principale è di tipo chirurgico che può essere integrato o meno da terapia medica o radiante (da utilizzare in casi più avanzati di malattia).

Il primo step per una corretta diagnosi del tumore della vescicale è sicuramente l’intervento chirurgico di TURB (Trans Urethral Resection of Bladder), effettuato in sala operatoria con anestesia loco regionale, che permette di far analizzare dall’anatomo patologo il tessuto neoformato. E’ molto importate asportare tutte le lesioni visibili facendo bene attenzione a resecare tutti gli stati della parete vescicale e i bordi della lesione, che verranno inviati separatamente per un corretto esami istologico.

La Diagnosi Fotodinamica invece è eseguita usando, dopo aver instillato in vescica acido 5- aminolevulinico (ALA) o acido esaminolevulinico (HAL), luce violetta che può indicare aree sospette per tumori vescicali soprattutto per il CIS (Carcinoma in situ) con maggiore sensibilità rispetto la luce bianca.

In base al referto istologico definitivo conseguente ad intervento di TURB possiamo distinguere le neoplasia vescicali in superficiali (Ta-T1) e infiltranti (T2).

In caso di malattia superficiale potrebbe essere necessario effettuare solo controlli cistoscopici (tipo Ta) o cicli di chemioterapia endovescicale associati a controlli cistoscopici regolari che consentono di ridurre eventuali recidive o diagnosticarle in fase precoce (tipo T1).

La instillazioni endovescicali posso essere effettuate con

– BCG (Bacillo di Calmette- Guérin, ovvero della turbercolosi attenuato) effettuate solitamente in pazienti con diagnosi di neoplasia vescicale T1. Il paziente dovrà recarsi presso i nostr ambulatori, con uno schema ben preciso, per ricevere l’instillazione di tale farmaco tramite posizionamento di catetere vescicale. Al termine della instillazione viene tolto il catetere vescicale e il paziente può tornare a casa cercando di urinare almeno 1 ore e mezza dopo la terapia. I disturbi che si possono verificare dopo tale trattamento sono per lo più di tipo irritativo e si risolvono al termine del trattamento. Raramente si possono avere dei disturbi sistemici che controindicano la prosecuzione della terapia

– Mitomicina C. in pazienti che non tollerano o non possono fare il BCG è indicato l’utilizzo di questo chemioterapico. Il ciclo di instillazioni segue degli schemi ben precisi.

In caso di malattia infiltrante o muscolo-invasiva T2 l’opzione terapeutica è rappresentata dalla cistectomia radicale che può essere associata a rimozione della prostata e delle vescicole seminali nell’uomo e nella parte anteriore della vagina e utero nella donna. L’asportazione della vescica comparta necessariamente di creare una derivazione urinaria che può essere creata collegando gli ureteri direttamente alla cute (ureterocutaneostomia) o tramite un ansa intestinale (ureteroileocutaneostomia) oppure, se possibile ricostruire con ansa intestinale, una neovescica ortotopica continente che permette la minzione regolare tramite l’uretra.

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